giovedì 13 novembre 2008

Coppa del Mondo di Rugby... in Italia?


Per tutti gli appassionati di rugby: e' stata indetta una raccolta di firme on-line per sollecitare la candidatura dell'Italia ad ospitare i mondiali di Rugby nel 2015.

Per firmare e per avere informazioni piu' dettagliate, visitare il sito http://www.unmilioneperlacoppa.it/

Ovviamente io ho gia' firmato, anche se non sono un grande appassionato di questo sport.

martedì 11 novembre 2008

Pride and Glory

Film molto intenso, che ti coinvolge e soprattutto ti obbliga a riflettere su temi a cui spesso non si pensa. Un ottimo (come sempre) Edward Norton, poliziotto figlio d’arte, viene chiamato dal padre ad indagare su un caso apparentemente semplice: un’irruzione finita male della narcotici nell’appartamento di uno spacciatore. Improvvisamente pero’ il caso si complica, ci si rende conto che la polizia e’ fortemente implicata, che qualcuno sta cercando di nascondere la verita’. Tra rimorsi e conflitti familiari la trama procede in modo abbastanza scontato fino all’inevitabile finale orgoglioso e buonista.
Quello che non lascia indifferenti e’ proprio il punto di partenza: ma davvero la polizia puo’ essere cosi’ corrotta e disonesta? Di chi ci possiamo fidare, allora, se anche chi ci dovrebbe proteggere pensa solo ai propri interessi?
Un ultimo aspetto che mi ha colpito, sempre in tema di differenze tra la mentalita’ italiana e quella americana: quando emerge il problema della corruzione, si sentono frasi del tipo “ho tradito questa uniforme; con che coraggio potro’ farmi vedere in giro? Come posso guardare in faccia mia moglie?” Beh, e’ una cosa che io ho visto anche con i miei occhi: negli Stati Uniti la divisa suscita rispetto e autorevolezza, e chi la porta ne e’ orgoglioso. Non mi sembra che da noi sia lo stesso… Perche’?

giovedì 6 novembre 2008

The Land of opportunities

Nell’estate 2004, alla fine di una magnifica vacanza sulla costa Ovest degli Stati Uniti, ho preso il Supershuttle per andare dall’aeroporto di Orange County (quello con la statua di John Wayne!) a quello di Los Angeles. Si tratta di un servizio di taxi – navette attivo soprattutto negli aeroporti, che raccoglie un certo gruppo di persone e le porta a destinazione. Essendo il passeggero che doveva fare la tratta piu’ lunga, sono ovviamente rimasto per ultimo, e nell’ora abbondante di tragitto (il tutto per circa 40$ per 2 persone, direi piu’ che onesto) ho avuto modo di fare una bella chiacchierata con il tassista (visibilmente non americano).
“Ti e’ piaciuta la California? Come mai non vieni a lavorare qui?” In pratica ha cominciato a raccontarmi la sua vita: “Sono arrivato qui dal mio Paese 15 anni fa, convinto da mio fratello che lavorava gia’ da queste parti. All’inizio facevo il macchinista in una fabbrica, lavoravo 7 giorni alla settimana, senza sosta; mettevo da parte i guadagni, e ogni tanto li mandavo alla mia famiglia. Dopo 7 anni senza poterli vedere (non avevano il permesso per entrare) finalmente mia moglie e i miei figli hanno potuto raggiungermi. Io ho cambiato lavoro piu’ di una volta, ma ho sempre lavorato tantissimo, perche’ era l’unico modo per poter costruire davvero qualcosa per la mia famiglia. Ho comprato casa e adesso i miei figli vanno entrambi all’universita’. Nel frattempo ho anche deciso di mettermi in societa’ per questo servizio di shuttle, ma si lavora ancora tantissimo anche oggi. Vedi, se hai voglia di lavorare, e hai spirito di iniziativa, questo Paese ti offre l’opportunita’ di realizzarti; ovviamente, devi stare attento a non sbagliare, non devi andare contro le leggi perche’ altrimenti sono guai grossi, ma se sei una persona onesta non esistono barriere. Come mai non vuoi venire a lavorare qui?”
A questo punto io gli ho chiesto se non era preoccupato della situazione politica: “Ma no, forget about the politics, io sono interessato a lavorare e a mandare a scuola i miei figli, il resto non mi interessa. Vedi, questa e’ la terra delle opportunita’ (Land of opportunities), chiunque puo’ realizzare i propri sogni”
Devo ammettere che questo episodio mi e’ rimasto impresso come pochi altri, probabilmente quattro anni dopo c’e’ il rischio di romanzarlo un po’, ma garantisco che non ho alterato il messaggio che questo tassista mi ha voluto comunicare. Un ultimo appunto, che ho volutamente tralasciato e che non puo’ far altro che rafforzare il concetto: il Paese d’origine del tassista e’ l’Iran.

mercoledì 5 novembre 2008

Il sogno americano


"In America «nulla è impossibile» e chi ancora non è convinto, non ha che da guardare al nuovo presidente eletto degli Stati Uniti." (dal discorso tenuto a Chicago appena dopo l'uscita dei risultati)
Oggi e' un giorno che sicuramente restera' nella storia: gli Stati Uniti hanno eletto un presidente di colore. Al di la' di tante considerazioni sui due candidati (sulla storia recente che ha sicuramente favorito chi stava all'opposizione e sfavorito un candidato che probabilmente era meno cattivo di come lo si e' voluto dipingere...) un commento e' obbligatorio: oggi si celebra ancora, e in modo fragoroso, la realizzazione del sogno americano. Obama e' un uomo venuto quasi dal nulla (figlio di un pastore!), che studia per fare l'avvocato e di colpo si trova politico, senatore, Presidente degli Stati Uniti d'America.


Quest'estate ho visitato a Memphis il National Civic Right Museum, il museo per i diritti civili, sorto sul luogo (il Lorraine Motel) il cui nell'aprile del 1968 venne ucciso Martin Luther King. Ammetto che ero abbastanza ignorante sull'argomento, e ne sono uscito con un certo sconvolgimento interiore: la lezione e' che certi cambiamenti, apparentemente irraggiungibili, possono essere ottenuti solo dal basso, con il contributo di tante persone semplici ma impegnate, disposte a tutto pur di combattere la propria giusta battaglia.

Bene, la lezione che oggi ci regalano gli Stati Uniti e' ancora una volta questa: solo 40 anni dopo quell'omicidio, un presidente nero e' stato eletto alla Casa Bianca. Ancora una volta, abbiamo qualcosa da imparare dagli Stati Uniti.
In bocca al lupo, Barack Obama!

lunedì 3 novembre 2008

ore 19, sono nel traffico...

Ore 19, sono nel traffico e sto tornando finalmente a casa dal lavoro. E’ il classico momento ricco di contrasti intrinseci, degno del “sabato del villaggio” di Leopardiana memoria: la stanchezza della giornata, lo stress del lavoro, l’inevitabile lotta automobilistica con le lumachine e i pachidermi (i tipici animali che affollano le nostre strade, ma i cui effetti diventano devastanti soprattutto sulle statali e provinciali ad una corsia per senso di marcia, ovvero la tipologia di strada su cui trascorro circa tre ore della mia giornata) da una parte; l’attesa di arrivare a casa, di riabbracciare la moglie, la cena, un bel film alla tv (oppure la partita di Champions, o la partitella settimanale con gli amici) dall’altra. Nel mezzo, spesso e volentieri mi perdo nei pensieri sulla giornata trascorsa, o sui progetti per il tempo libero; capita a volte che una discontinuita’ nel mondo esterno (qualcosa di diverso rispetto all’immutabile parete di sfondo dei mesi precedenti) colpisca l’attenzione, e allora c’e’ qualcosa di nuovo da osservare e magari su cui riflettere: non staranno mica installando un altro semaforo? ma perche’ in questo periodo si costruiscono solo case a schiera, e per di piu’ quasi sempre brutte? certo che ci vuole proprio un bel coraggio a comprare quella macchina li’, e poi chissa’ cosa ti consuma! (si’ lo ammetto, ce l’ho un po’ con il mondo, ma sono pur sempre le 7 di sera!)
Anche sotto questo punto di vista mi convinco ancora di piu’ che le stagioni che non esistono piu’ (cioe’ le mezze stagioni) siano le mie preferite: in primavera e autunno la campagna e’ molto piu’ piacevole, ha colori vivaci che mutano velocemente, e’ anche molto piu’ probabile trovare giornate limpide e luminose (spesso coincidenti con giornate ventose) in cui guardarsi intorno mentre ci si trova al volante puo’ essere veramente appagante. Maledizione, e’ pure cambiata l’ora, il viaggio di ritorno sembra svolto nella notte fonda (ma sono solo le 19…), mano male che non sono ancora iniziate le nebbie e il freddo intenso…
Per fortuna che tra cinque minuti arrivo, il livello di ottimismo dei miei pensieri sta scemando pericolosamente!