giovedì 6 novembre 2008

The Land of opportunities

Nell’estate 2004, alla fine di una magnifica vacanza sulla costa Ovest degli Stati Uniti, ho preso il Supershuttle per andare dall’aeroporto di Orange County (quello con la statua di John Wayne!) a quello di Los Angeles. Si tratta di un servizio di taxi – navette attivo soprattutto negli aeroporti, che raccoglie un certo gruppo di persone e le porta a destinazione. Essendo il passeggero che doveva fare la tratta piu’ lunga, sono ovviamente rimasto per ultimo, e nell’ora abbondante di tragitto (il tutto per circa 40$ per 2 persone, direi piu’ che onesto) ho avuto modo di fare una bella chiacchierata con il tassista (visibilmente non americano).
“Ti e’ piaciuta la California? Come mai non vieni a lavorare qui?” In pratica ha cominciato a raccontarmi la sua vita: “Sono arrivato qui dal mio Paese 15 anni fa, convinto da mio fratello che lavorava gia’ da queste parti. All’inizio facevo il macchinista in una fabbrica, lavoravo 7 giorni alla settimana, senza sosta; mettevo da parte i guadagni, e ogni tanto li mandavo alla mia famiglia. Dopo 7 anni senza poterli vedere (non avevano il permesso per entrare) finalmente mia moglie e i miei figli hanno potuto raggiungermi. Io ho cambiato lavoro piu’ di una volta, ma ho sempre lavorato tantissimo, perche’ era l’unico modo per poter costruire davvero qualcosa per la mia famiglia. Ho comprato casa e adesso i miei figli vanno entrambi all’universita’. Nel frattempo ho anche deciso di mettermi in societa’ per questo servizio di shuttle, ma si lavora ancora tantissimo anche oggi. Vedi, se hai voglia di lavorare, e hai spirito di iniziativa, questo Paese ti offre l’opportunita’ di realizzarti; ovviamente, devi stare attento a non sbagliare, non devi andare contro le leggi perche’ altrimenti sono guai grossi, ma se sei una persona onesta non esistono barriere. Come mai non vuoi venire a lavorare qui?”
A questo punto io gli ho chiesto se non era preoccupato della situazione politica: “Ma no, forget about the politics, io sono interessato a lavorare e a mandare a scuola i miei figli, il resto non mi interessa. Vedi, questa e’ la terra delle opportunita’ (Land of opportunities), chiunque puo’ realizzare i propri sogni”
Devo ammettere che questo episodio mi e’ rimasto impresso come pochi altri, probabilmente quattro anni dopo c’e’ il rischio di romanzarlo un po’, ma garantisco che non ho alterato il messaggio che questo tassista mi ha voluto comunicare. Un ultimo appunto, che ho volutamente tralasciato e che non puo’ far altro che rafforzare il concetto: il Paese d’origine del tassista e’ l’Iran.

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